Apprendiamo con grande rammarico che la KodaChrome ha smesso di stampare i suoi ultimi rullini lo scorso 30 Dicembre.
Diamo di seguito un breve cenno enciclopedico estratto dall’enciclopedia fotografica edita da Fabbri Editori di cos’è e di cosa è stata questa pellicola che ha accompagnato tantissimi fotoamatori e professionisti in tutto il mondo in tutti questi anni.
KODACHROME Processo fotografico a colori, pionere del genere, elaborato da L. D. Mannes e da L. Lodowsky e commercializzato dalla Eastman Kodak Company (da cui la denominazione) nel 1935. Il sistema fa uso di tre strati di emulsione che non contengono colori precedentemente inseriti ma che sfruttano un processo di sviluppo colorante. Le pellicole Kodachrome non sono state realizzate in grandi formati fotografici ma, in fotografia come in cinematografia solo fino a formato massimo di 35mm (per esempio per diapositive 24x36mm).
La complessità del procedimento di trattamento della pellicola impressionata fa si che le pellicole kodachrome richiedano complesse apparecchiature di trattamento, disponibili solo presso i laboratori della casa fabbricante: ai vantaggi dell’alta capacità di risoluzione e della finezza di grana queste pellicole oppongono perciò l’inconveniente dell’impossibilità di un trattamento improprio, con mezzi alla portata di un utente privato (sia fotoamatore che professionista.)
Finisce così un’era, quella legata alla stampa di fotografie che per molti hanno segnato il mercato della fotografia:
«Kodachrome non è stata solo una pellicola, ma una vera icona di un’epoca: la prima pellicola a colori accessibile a tutti», ha detto Todd Gustavson, del museo della fotografia George Eastman House di Rocherster, la cui sede si trova nell’ex abitazione del fondatore della Kodak. L’ultimo rullino a essere processato sarà quello di Dwayne Steinle, il proprietario e fondatore del laboratorio fotografico di Parsons: l’ultima foto sarà una immagine di gruppo di tutto lo staff davanti all’ingresso del suo negozio (“Corriere della Sera”).